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Cosa è realmente in gioco nella crisi greca

07.07.15 Editorial
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Uno spettro si aggira per l'Europa - lo spettro di una alternativa democratica all'austerità. Il Governo Syriza della Grecia incarna tale alternativa ed è per questo che la Commissione Europea e la Banca Centrale Europea si sono alleate col Fondo Monetario internazionale per esorcizzare la sfida che tale Governo Greco rappresenta. Salvo poche eccezioni, i partiti politici di qualsiasi schieramento hanno tacitamente o attivamente sostenuto la coalizione anti - Syriza.

Sin dalla sua vittoria elettorale in Gennaio, Syriza, ha infruttuosamente cercato di trovare il modo di alleviare la rovinosa austerità imposta dalla Troika ai precedenti Governi, un programma che ha inflitto livelli di distruzione economici e sociali, normalmente associati a periodi di Guerra, rinviando la ripresa ad un futuro lontano ed aumentando il peso del debito.

Il Governo greco, nonostante le promesse elettorali di mettere fine all'austerità, ha passato al setaccio il paese per ottenere liquidità, e ha tagliato spese per raggiungere un surplus di cassa per far fronte al pagamento dei debiti. La Commissione Europea, la Banca Centrale Europea ed il Fmi (adesso definite come "Istituzioni" piuttosto che come Troika) hanno lasciato chiaramente intendere dal primo giorno che la riduzione del debito, la unica soluzione realistica per affrontare la persistente crisi, non era sul tavolo della trattativa. Mentre il Governo cercava pazientemente di negoziare, e accettava perfino la continuazione del  rovinoso salvataggio accettando condizioni che avrebbero risucchiato ulteriori miliardi di euro dall'Economia, le sue proposte incontravano rigetto, disprezzo ed insulti.

Le "Istituzioni" hanno cinicamente rifiutato ogni responsabilità del prevedibile enorme collasso economico. Le circoscritte misure del Governo Greco per garantire alimentazione base e accesso continuo all'uso dell'illuminazione elettrica per gli strati deboli della popolazione sono stati denunciati dalla Troika come inaccettabile "unilateralismo". Per il capo della Commissione Europea Jean-Claude Junker, il cui tratto distintivo è stato quello di consolidare il Lussemburgo come un paradiso fiscale per le Multinazionali, nessuna proposta di tassazione formulata dalla Grecia era sufficientemente adeguato. Le proposte del Governo Greco di mantenere l'impianto del sistema della Contrattazione collettiva e delle protezioni sociali sono state ripetutamente condannate. La Banca Centrale Europea ha orchestrato la fuga di Capitali e ha continuato a limitare l'accesso ai prestiti, alle Banche greche mentre alimentava una appena sufficiente liquidità d'emergenza per mantenere una pressione permanente sulla Grecia.

Adesso le cosiddette "Istituzioni" hanno definito nuove misure per far colare a picco l'economia greca in risposta alle decisioni del Governo di chiamare alle urne il popolo ellenico, il prossimo 5 Luglio, per un Referendum sul salvataggio. L'obiettivo della Troika è quello di rafforzare il ruolo delle banche e dei cosiddetti tecnocrati ( che in realtà sono altamente politicizzati ) e ricordare ai cittadini greci che non avrebbero mai dovuto immaginare di poter sfidare il potere della Finanza.

La semplice verità è che la barbarie sociale chiamata austerità non poteva produrre i risultati che erano stati ostentatamente conclamati.

I negoziati non vertevano sulle questioni economiche bensì sull'obbiettivo di abbattere il Governo Greco ed eliminare ogni possibile contagio da qualche altra parte in Europa.

Nel 1953 la Conferenza di Londra dei creditori della Germania accettò di abbonare metà del considerevole debito ante guerra e fece in modo che il resto del debito fosse subordinato alla capacità della Germania di pagare attraverso il surplus commerciale. In caso di mancato avanzo di bilancio la Germania non avrebbe pagato. L'Accordo di Londra ebbe carattere politico; si intendeva rafforzare la posizione della Germania durante la Guerra Fredda. La decisione di indebolire il governo di sinistra della Grecia ha la stessa valenza politica. L' asserzione ripetuta continuamente nei sei mesi di negoziato, che l'Europa può resistere al default della Grecia e alla sua uscita dall'Euro può essere rivoluzionata. L'Europa può digerire una sostanziale riduzione del debito greco, e anzi questo sarebbe un bene per tutti, ma le "Istituzioni" sono intenzionate ad infliggere una lezione politica, e non solo alla Grecia.

Attraverso i negoziati il Governo Greco ha pazientemente difeso le sue posizioni a volte, con grande stile. Le sue proposte di misure per difendere il mondo del lavoro, i pensionati e le fasce meno abbienti della popolazione dalla devastazione di una depressione senza precedenti, trenta anni fa sarebbero state considerate posizioni moderate di natura keynesiana. Adesso vengono interpretate come una minaccia all'ordine Europeo e questo ci dice molto di quell'ordine della sottostante crisi della politica europea e mondiale. La vittoria di Syriza nelle elezioni politiche ha mostrato il potere potenziale di un ampio movimento di sinistra che è preparato a contestare lo Status quo. La solidarietà è cruciale adesso più che mai, perché Syriza possa continuare a lottare. I sindacati, tutti i Sindacati dovrebbero organizzare tale solidarietà.

(Ringraziamo FLAI-CGIL per la traduzione e per il permesso di poterla pubblicare)